StorieBrense - Brevi ma intense | 2a Edizione

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  1. First Breath After Coma
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    Penne di tutto lo Stardo unitevi :re:

    Con immenso piacere annunZio l'apertura della Seconda Edizione delle Storie Brense.
    Come sempre, trovate di seguito l'ebraico procedimento con variante metodo boris:



    Ricapitolando, ecco quindi le parole e la traccia della settimana:
    Parole

    Parole
    incontro - farfalla - rottura - cammino - economia

    Traccia
    "Durante una passeggiata, un individuo si imbatte in una farfalla speciale. Questa gli predice il crollo dell'economia."

    Vista che la traccia ci piace un casino, abbiamo deciso si estendere il limite di parole portandole a ben DUEMILA
    (così Etna non spacca il cazzo).


    Colgo l'occasione per annunciare una piccola variazione nel regolamento :meno: :
    Da oggi, i JEWdici valuteranno PER ULTIMI le storie con un punteggio da 1 a 5. Tali punteggi si andranno a sommare alla conta delle spolliciate :slavo:
    Il bello sta nel fatto che i nuovi punteggi assegnati avranno la capacità di ribaltare completamente il risultato finale delle spolliciate. In questo modo non ci sarà nessuna certezza del vincitore fino a fine settimana, e vi spaccheremo i coglioni vi lasceremo un po' di suspance :sisi:

    Il concorso inizia ADESSO e finisce Venerdì 14/10. Il vincitore verrà decretato domenica.


    Qui per i commenti.

    Direi che è tutto.

    3...2...1....viaaaaaaaaaaaa :blash:

    Edited by Manuel K. - 8/10/2016, 21:33
     
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    Il sole esagonale irradiava raggi turchesi sull'imponente struttura di cristallo.
    Era la quinta alba dopo il profetico avvento di Zenkilutu.
    All'ingresso dell'immenso portone cobalto, mi attendono coloro che mi accompagneranno in questo viaggio verso la sommità di A Baoa Qu, la dimora del Sommo.
    L'iniziale diffidenza non ci permette di instaurare un legame.
    Un comportamento sommesso, inquinato dalla paura.
    Tutti sembrano aver le budella contorte come in un groviglio.
    Non sappiamo cosa ci attende ma siamo tutti qui perché non abbiamo altre speranze se non inginocchiarci al Nuovo Dio.
    Come spettri ci aggiriamo nella immensa sala ammantata di luce dorata.
    Disorientati, timorosi, ci accingiamo al bancone dove una signora disinteressata lima le sue unghie, il taglio netto della frangia come una ghigliottina intinta nella pece.
    Alle sue spalle, la Sua immensa statua al quarzo torreggia su di noi, di quel Dio caduto tra noi uomini per donarci la libertà.
    Sorregge il mondo sulle spalle come Atlante; leggende sostituite dalla realtà. Non sembra aver alcun peso quella sfera; un peso sorretto dalla rettitudine.
    La lente degli occhiali riflette una luce sinistra, preannunciando le sue parole, che tuonano come sentenza: "Proseguite a vostro pericolo: se ci ripenserete, difficilmente riuscireste a tornare indietro."
    Abbandoniamo le nostre certezze e decidiamo di salire sui gradini sospesi.
    Ad ogni passo, una nota risuona vibrante, evocando echi di una vita parallela.
    Forme evanescenti appaiono a me mostrandomi persone sconosciute eppur sembrano risiedere in me i loro ricordi.
    So chi sono, ricordo i loro odori, il sapore delle labbra di donne mai conosciute e il vagito di figli che mai ho avuto. Ma non vedo lei.
    Tutte le possibili alternative ora scorrono in me, seguendo un incontrollato flusso di pensieri che si infrangono sulle tempie come un mare in burrasca. Mi sento gelare.
    Questa prima scalinata, apparentemente interminabile, ci lascia esausti.
    Mi preoccupa il sorriso distorto di Craig, in quella scintilla di follia che emana una luce ancora fioca, ma che inizia ad ardere seppur debolmente.
    Una delle ragazze continua a piangere, visibilmente scossa. Riceve conforto dall'altro uomo del gruppo.
    Tessa sembra aver preso le redini del nostro destino, proponendo di accamparci lì per questa notte, in questa immensa sala illuminata dai neon.
    Prima di addormentarmi, il mio pensiero va a lei.

    Al risveglio, ci incamminiamo di buona lena.
    Proseguiamo in questa ascesa interminabile, assistendo a fenomeni inspiegabili, osservando forme contorcersi, pareti comprimersi.
    Ogni singolo passo inizia a rimaner indelebile nella mia coscienza.
    Non sappiamo quanto manchi ancora, quanto tempo sia trascorso e di come il tempo qui scorra.
    Su ognuno di noi, il tempo sembra aver un influsso diverso: Craig farfuglia inconcepibili teorie; la ragazza dalla pelle di alabastro sembra non aver perso la tenacia del suo giovane spirito; la donna che guida i nostri animi smarriti non sembra voler mostrare segni di cedimento nella sua marmorea risolutezza; gli altri due peregrini sembrano aver formato una coppia, unita da questo viaggio, sostenendo ognuno le proprie nefandezze: la scorsa notte, mentre tutti dormivano, mi sembrò di intravedere i suoi seni nudi tra la penombra della sala lunare, accolti dalla bocca di lui e succhiati avidamente come un pargolo affamato alla prima poppata
    Dopo aver riposato, notiamo che i due avventurieri hanno diviso il loro giaciglio, come ormai era chiaro a tutti. Lei si copre, cercando di celar la sua vergogna ma i capezzoli inturgiditi che sporgono tra le sottili lenzuola la tradiscono.
    "Noi abbiamo deciso di non proseguire. Siamo stanchi. E se fosse tutta una burla? Che esista o meno, ve lo lascio, il vostro Dio. Io ho trovato una donna che mi comprende e soddisfa. Addio."
    Non sanno cosa dicono, cosa stanno sacrificando per un impeto carnale.
    Li lasciamo alle nostre spalle, profanando un tempio in cui si sentono i loro schiamazzi amorosi che dissipano le loro abbandonate speranze.

    Giungiamo d'innanzi l'uscita, attendendoci l'ultimo tratto prima di incontrarlo.
    L'aria a queste altitudini è ormai divenuta irrespirabile, equivalente a macigni di ossigeno che si strozzano in gola.
    Necessitiamo di indossare le dovute attrezzature per sopravvivere là fuori, muovendo i nostri passi come astronauti su un pianeta ignoto.
    Le nostre orme nella neve vengono coperte dal candido velo portato dalla fredda altura, ogni nostra traccia cancellata: non dovremmo essere qui.
    Si profila d'innanzi a noi una ripida scalata verso l'ignoto.
    "Io mi fermo qui." ne seguì un cupo ghigno.
    "Ma non capite!? Possibili che non ci siate arrivati!? Non mi serve prostrarmi davanti a Lui, a nessun Dio. Sono io il miracolo! Salverò il mio popolo volando! Sosterrò il mio mondo come in quella statua all'ingresso! Anzi, avrò anche io la mia statua. Cos'ha lui che io non ho, essendo anch'egli un uomo?
    Sciocco io a non averlo capito prima.
    Aspettami mondo, hai trovato il tuo nuovo eroe per cui pregare!"
    Craig si lasciò andare, inghiottito dal vuoto, bruciando nella sua follia.
    Non c'è tempo per lasciarsi rammaricare, non possiamo permettercelo.
    Questo viaggio ci ha purificati, puliti. Non possiamo lasciarci contaminare dalla disperazione.
    E poi Craig lo odiavo.
    Impassibili, proseguiamo.

    Arriviamo in cima. È come se fossi stato preparato per questa scalata da tutta la vita.
    Non temo più nulla, sono pronto per conoscere il mio Dio.

    Si prospetta davanti a noi una maestosa piramide di vetro soffiato dagli angeli.
    Avvicinandosi, si avverte un tepore che scalda l'animo.
    Entrati, ci accoglie un paradiso naturale, inaspettato: alberi dalle foglie di smeraldo con frutti maturi e succosi sorretti da forti rami; campanule indaco, prosperosi boccioli candidi come la neve che fuori imperversa cadendo incessantemente ma che nulla può per attecchire tale splendore.
    Si diramano corsi di acqua limpida capace di placare la sete più arida con una sola sorsata; uccelli dal piumaggio arcobaleno colorano le soffitte della struttura volando liberi.
    "C'è atmosfera quassù. E calore. Per me non significa niente ma certe piante ne hanno bisogno."
    Sono i primi attimi, le prime parole enunciate da colui che scacciò il male, che ci salvò.
    Giunge da noi come un'alba per inaugurare un nuovo, splendente giorno.
    Un nuovo inizio.
    Era bellissimo, ma lo era come una foresta in fiamme.
    Un uomo come noi eppure così diverso.
    È lui che sconfisse Zenkilutu, dopo che egli fece cadere il cielo con una spazzata di coda, che spense il sole con un soffio e che divorò la Luna.
    Fu lui che mosse le maree, che fece tremare la terra fino a squarciarla.
    Ma Egli ci salvò.
    Incatenò Zenkilutu nello Spazio Bianco, i confini dell'universo dove tutto finisce, l'Infinito si dirama lasciando il vuoto, laddove le stelle non esistono più, in cui nulla splende.
    Stavamo per avere la nostra consulenza con un Dio.

    "Siete giunti alla fine. Ebbene, perché sareste venuti da me, pellegrini?"
    Si mostrò davanti a noi in una forma felina: una lince col pelo folto soltanto sulla punta della coda e sulla testa, lasciando un pelo raso sul resto del corpo.
    La ragazza dalla pelle di alabastro si fece avanti, imperterrita.
    "Vorrei essere un'artista. Riesco ad immaginare ciò che vorrei creare, ma non riesco a riprodurlo. Può far qualcosa per me?"
    La lince si mosse con passi precisi e rapidi. Sembrò riflettere sulla richiesta che la ragazza le fece.
    "Sì, sì. Dopotutto, chiunque dovrebbe poter creare dell'arte. Ora puoi. Le tue mani ti permetteranno di riprodurre il tuo mondo."
    Lei sembrò felice. Una richiesta così... banale.
    Egli tornò umano, splendendo di luce propria, sospeso su quel manto erboso che cresceva nella tormenta di neve. Follia.
    Si fece avanti la donna che, più di ogni altri, non diede sintomi di cedimento in un viaggio in cui chiunque sarebbe impazzito.
    Non noi.
    Anche ora, seppur con evidenti segni del tempo, era lì, d'innanzi quel Dio, risoluta e per nulla intimorita.
    "Ho viaggiato sin qui da Side 6, prosciugando il nostro secondo sole per trovare la fonte di energia per giunger da Lei. Ho viaggiato nel protocosmo ad una velocità di 7 parsec al secondo, rimanendo per 115 anni in uno stato di trance meditativa, in stasi. Ho attraversato il suo sontuoso mausoleo con lucine e spettacoli di magia. Impressionante davvero. Gran bella messa in scena. Forse non lo ricorda, ma lei, nel giocare a fare il Dio, distrusse la mia casa, sradicando la mia famiglia. Mi portò via tutto.
    Dove c'era Betelguese ora l'universo si contorce vomitando oscurità.
    Ora sono qui per darle quel che merita."
    La donna sparò. Mirò tra gli occhi di quella maestosa creatura. Neanche me ne accorsi quando estrasse l'arma.
    È come se avesse avuto una vita per preparare ogni parola, ogni gesto fino ad oggi.

    Tutto fu inutile.
    Neanche il tempo di assaporare la propria vendetta.
    La sua mano fu guidata verso il grilletto. Un colpo secco.
    La testa della donna esplose. I vetri si infransero in spesse schegge che volarono per l'urto del colpo.
    Quel vaso fracassato tentò di contenere ciò che rimase, in una polpa indefinibile, come una zucca fracassata. Ogni ricordo, ogni pensiero, ora era sparso in quell'angolo di paradiso.
    Mancavo solo io.

    "E tu, cos'hai da chiedere?"
    Mi chiese quell'uomo che tanto temevo dopo quello che vidi.
    Mi feci coraggio e avanzai la mia richiesta:
    "Sono venuto per lei... mia figlia. Non sappiamo come curarla. Le radiazioni cosmiche hanno generato dei carcinomi. Potrebbe non farcela.
    Io le chiedo dunque... di salvarla, di porre rimedio."

    "No."

    Fu la sua reazione inaspettata.
    Un capriccio.
    "Perché no!? Farai di questa donna un'artista e non puoi salvare la vita di mia figlia?"
    Egli di nuovo mutò.
    Decise di divenir stavolta, una farfalla.
    Iniziò a librarsi con i suoi battiti d'ali in ipnotiche sfumature di colori acidi.
    Ne seguì un interminabile silenzio.
    "La vita è effimera. Non voglio oppormi al suo naturale processo.
    Anche se vi ho salvati, non per questo debbo badare a voi.
    Verrà il mio regno un giorno. E ciò che sto per dire, che venga comunicato a tutti.
    L'uomo è sempre stato vincolato dai confini. Che vengano dunque tolti. Non esisterà più alcuna nazione ma tutti saremo unificati.
    Che chiunque possa seguire il percorso che più desidera, se è quel che vuole; che possa attingere a qualsiasi conoscenza.
    I potenti a cui sarà negato il potere non saranno abbandonati ma verranno reintegrati ed educati ad accettare questa eguaglianza.
    Non esisterà più denaro dunque, perché non ce ne sarà bisogno. L'uomo, se educato, non cadrà nell'avarizia. tutto sarà a completa disposizione di chiunque.
    Ricostruiremo un mondo pulito, in cui qualsiasi male sarà estirpato.
    Istituiremo una banca del mio seme in cui ogni donna potrà decidere di farsi fecondare facendo crescere un superuomo nel suo grembo. Laddove tutti diverranno come me, io sarò uno qualunque.
    Perché un supplizio per un Dio è quello di esser tale.
    Continuerò ad educare e seguire i progressi sul nostro mondo.
    Ma non ora. Non oggi.
    Ho bisogno di tempo per riflettere.
    Lasciatemi solo ora."

    Non ci fu tempo né modo di replicare, di controbattere.
    Una profezia instillata a noi mortali.
    Che io sia giunto qui soltanto per udire le sue parole?
    Non voglio crederlo.
    Non sono né un suo messaggero, né un suo apostolo.
    Sono cieco di rabbia ma nulla posso.
    Ci sono cose che sono troppo grandi per poterle contenere nella testa. Ti si imprimono nella mente ma non le comprendi. Non puoi crederci. Non vuoi crederci.
    Ho assistito ai capricci di un Dio annoiato.
    Ora quel paradiso intorno a me, mi appariva falso, artificioso.

    "Meglio iniziare ad incamminarci. Abbiamo molta strada da fare." disse l'artista.


    Edited by SuicideSheep - 8/10/2016, 18:11
     
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    edito x colorare i dialoghi (ottimo adanos), leggenda: baracco brock moglie di baracco
    -beccati sta dose di democrazia :geeno:
    *DONNE È ARRIVATO L'ARROTINO, ARROTA COLTELLI FORBICI FORBICINE [...]*
    -LA MADONNA CHE PERDE FUMO CHI CAZZO È KE TI CHIAMA A QUEST'ORA BARACCO?? E METTI UNA SUONERIA UN PO' MENO DA NEGRO, SPEGNI STO NINTENDO E VIENI A DORMIRE KE SON LE 5 :blut:
    -taci puttana lasciami diffondere la pace a call of duty o t'arroto la fregna che non son manco le 3 :ahstop:
    è brock.. ke cazzo vuole a qst ora? :blut: pronto? cazzo vuoi cinese? :blut:
    -negro ke cazzo fai? dormi? ke frociazzo domani ti spacco il culo col mio mewtwo :heh:
    -se bocelli continua a sognare i meoth per i mewtwo, ricorda ke il mio umbreon non lo tireresti giu manco col rayquaza, c'ha più salite ke discese :horo:
    -sei il solito zimbawese con l'aids, sentiti le notizie in radio
    -dio canguro quale radio, lo sai ke c'ho l's7 :appl:
    -rootlf ke barbone, fai un autoattentato così puoi permetterti l'iphone e addio aggrovigliamenti di auricolari 635922297865328293848633225_tumblr_mzy569ZSwD1qzmkxio10_r1_250
    -6 un cinese, spe ke metto al jazzeera
    *confermiamo che sono 130 miliardi le persone accorse a Philadelphia, tra la 27esima e la light, sembra una manifestazione anti-euro, invece sono tutti qua per catturare il leggendario pokemon ke spacca il culo pure agli umbreon*
    -opporcacciddìo, se non lo piglio in tempo ti giuro ke ti chemtrailizzo 98 cancri diversi broccaccio skifoso :ahstop:
    -ti aspetto al mac sulla 24esima dai, muovi quelle kiappe marroni :sir:
    -scorro come una reggia :ominobianco:
    amore io esco, se torno tardi sono andato a troie

    e baracco esce, col suo fedele s7 senza radio, accende il suo ufo e in un battito di marcela è a philadelphia, ma il suo amore per la pace è troppo grande per trattenerlo dallo sganciare una bomba nucleare sulla folla :P

    *DONNE È ARRIVATO L'ARROTINO, ARROTA COLTELLI FORBICI [...]*
    -pronto?
    -fuffo fefe?
    -non si parla con la bocca piena lardoso
    -è ciò ke dico sempre a tua madre :losai:
    - :cae: buscè :losai:
    -no guarda volevo solo avvisarti ke tra un po' piove, mi è parso di sentire un tuono
    -no tranquillo era solo una bomba nucleare
    -ah ok allora tutto a boston :sisi: l'hai preso o no sto cazzo di mewtwo?
    -eh no porcodio, pare ke le radiazioni hanno skassato il satellite
    -bravo coglione, beh vieni al mac ke ho lasciato i soldi a casa
    -ma quali soldi, non farmi ridere
    -ma direi anche quale casa :dramma:
    - :cae: spe va provo ad allontanarmi dalla zona di pace, magari riesco a riconnettermi

    baracco s'incammina, intanto apre google, "pokemon go cheats always 9999 damage", gli esce un mattone di codici in esadecimale

    -sarà una lunga serata del cazzo :capezz1:
    *appare butterfly selvatico*
    -bene è tornata la linea, peccato sia sta merda di metapod evoluto
    *butterfly usa rafforzatore*
    -ah si, pensi di fare il negro col baracco, beccati sta sberla
    *baracco usa sberla di pene*
    -il tuo pene mi fa il solletico, umano
    -tornatene a digiworld, supermeat
    *butterfly usa rafforzatore*
    *baracco usa*
    -mi provochi sorrisi umano shiny, ti preoccupa tanto trovare pokemon leggendari, ma presto non avrai nemmeno i soldi per fare una ricarica
    *butterfly usa rafforzatore*
    -cosa stai insinuando colerotto? faccio un autoattentato quando voglio e PUM tasse antiterrorismo e volendo potrei addirittura prendere un cell CON LA RADIO :33:
    -seee mo LA RADIO ma dove siamo :cae: peccato ke sono rimaste poche decine di abitanti sul pianeta, l'inflazione è alle stelle, il cambio dollaro-dollaro è ai minimi storici, il barile ai massimi
    *butterfly usa rafforzatore*
    -cosa centra analedy? :cae:
    -di benzina coglione datti fuoco :cae: il tonno cazzo costa il doppio dio sofficino piangente
    *butterfly usa rafforzatore*
    -no, il tonno NOOOOOOOO :ciamp:
    -è finita negroide, tore, pensaci tu

    appare tore andre flo più pompato di mc cavallo nel video ke è più pompato di dr dre nel video dove muore e poi fa palestra, gli tira un pugno a baracco e muore


    Edited by Capitan Rona Lo Yojimbo - 12/10/2016, 14:58
     
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    Prima di ogni appuntamento di lavoro, amava passeggiare..lunghe, lunghissime passeggiate, certo che per il lavoro che faceva, quelle lunghe passeggiate non erano il massimo, sudava come un porco..e si stancava assai..ma tanto dopo , prima di iniziare , avrebbe fatto una doccia. Lo avrebbero costretto a fare una doccia..però lui non poteva rinunciare, a quelle che chiamava 'passeggiata di riflessione ' ..riflettere su tutto, su quello che era la sua vita, sul come era arrivato a quel punto..e si..quel punto ..tutto era iniziato tanti anni fa per gioco..una foto scattata in bagno..uno scherzo per mostrare la sua virilità, i suoi cm, una foto fatta in bagno , postata in un forum di bastardi, una foto del suo cazzo ,che 7 anni prima aveva cambiato radicalmente la sua vita..in bene ? In male ? Chi lo sa..un talent scout di film hard si era imbattuto nella sua foto, l'aveva contatto, inizialmente era stato scetico , ma poi.. Aveva ceduto dinanzi alle parole ' vedrai tanta di quella figa..che neppure un ginecologo con 30 anni di onorata carriera'..e li aveva ceduto..la figa e' figa..però ora di una cosa era sicuro, se un tempo ogni tanto (se era fortunato ) riusciva a scopare per amore, per passione..ora lo faceva per soldi..si sentiva un po' puttana, . Non sempre però era stato così, Agli inizi della carriera come attore, si era sentito un semidio, aveva infilato il suo uccello in ogni buco che gli veniva offerto, senza distinzione di colore, razza o religione,..e poi che fighe..una più bella dell'altra ( almeno dopo che le vedeva truccate/restaurate), ricordava ancora, e ogni tanto gli provocava pure un sussulto alle parti basse, la prima volta con big tit..1,70 CM bionda, slava, gambe chilometriche, vitino da vespa..con un culo tondo e sodo che sembrava quasi dire..mordimi tutto..ma il pezzo forte erano le tette..tutte in quel l'ambiente là si rifacevano le tette..ma lei aveva esagerato ..una coppa 9 montata su delle spalle piccole piccole, ricorda ancora che facendogli una spagnola, non si era limitata al suo uccello..ma l'aveva circondato , cazzo, fianchi, era stato un po come essere abbracciati ..ma da due tette ..certo i primi tempi non era stato facile lavorare e concentrarsi con la stanza piena di gente, arrizza cazzi, truccatori, manager, cani, gatti e curiosi, ma dopo un po ci aveva fatto l'abitudine..anche ad avere una telecamera ( con tanto di cameraman ) sulle spalle ..specie nelle scene clou..ma piano piano tutto era diventato naturale.. Poi guardando in faccia la realtà, quel cazzo era diventato una macchina per fare soldi, se inizialmente i suoi erano stati contrari a quel lavoro, scenate, minacce di essere diswredato dalla famiglia, con il primo incasso le cose erano andate meglio, tanto che ora manteneva, dopo anni ,agli studi i cugini dei cugini dei cugini, insomma il suo cazzo per molti era diventato l'economia del sua 'famiglia ' più film faceva più gli altri prosperavano, tutti prosperavano, aveva vinto anche tanti premi, facendoci restare male, pure il mitico Rocco , che andava a dire in giro che si era ritirato , perché vecchio, ma il vero motivo era lui..lui era il nuovo mito, nei sexy shop il calco del pene di Rocco , ormai era diventato vintage, ed era stato sostituito dal suo, nel pieno della giovinezza e vigore..insomma, se si tiravano le somme , la sua non era una brutta vita, anzi soldi figa e bella vita..eppure oggi si sentiva strano..oggi era diverso, come protagonista del suo nuovo film, ci sarebbe stata lei ..madame butterflay ... Conosciuta con quel nome, per il famoso tatuaggio, fatto a inizio carriera. A forma di farfalla, nella vulva,..vulva ..era la prima volta che si rivolgeva alla figa con nome scientifico, forse era pure quello che lo rendeva nervoso..o il fatto che madame buttefly avesse quasi l'età della madre , o che ormai al posto di una farfall, potesse avere una falena..non solo, era stata in gioventù una grande attrice, ma ora era diventata produttrice, finanziatrice regista , insomma era l'eminenza grigia nel settore, bastava una sua parola o una sua antipatia, per far sì che la carriera di un attore o attrice venisse interrotta, ogni tanto le piaceva tastare con mano il prodotto, e partecipava come protagonista ai suoi film, che malgrado la sua età , continuavano ad avere un ottimo mercato.
    Mentre ragionava sul come e perché , senza accorgersene si ritrovò davanti agli studios, ormai era ora..doccia, questa volta senza sega pre ripresa ..meno durava è meglio era ..anche se ..anche se, anche se..ci doveva mettere tutto se stesso, quei soldi gli servivano, c'era il figlio del cugino di 5 grado, che aveva bisogno dell- macchinetta per i denti, poverino..era nato che sembrava un pittbull , la rata del leasing della barca da pagare..il compleanno di nonna assunta che per i suoi 85 anni aveva chiesto una festa in stile principessa Disney con attori veri, insomma troppe persone contavano su di lui, l'economia, il benessere di tante persone, dipendevano da lui..e dal suo uccello..
    M.B. Era distesa sul letto..con le gambe aperte, nell'interno coscia la pelle iniziava a cedere, in quella flacidita' , che massaggi e chirurgia non erano riusciti ad arrestare ..il tatuaggio che un tempo ( 40 anni prima) era stato un tripudio di colori, che emanava solo gioia e felicità, con cui ti veniva voglia di giocare , assaporare come il miele , ora era era una massa informe di colori, come aveva immaginato, ora assomigliava ad una falena, lui che aveva paura delle falene, neanche fossero stati coccodrilli affamati..
    Ciak si gira
    Silenzio, immobile,
    Ciak si gira
    Niente..concentrati ..concentrati..
    M.B.con fare sinuoso, che ricordava un po il serpente a sonagli prima di attaccare una preda ...si avvicinò a lui..e iniziò a palparlo ..a mungerlo, come la mammella di una mucca..niente, floscio, moscio..
    Da quella bocca uscirono poche parole con effetto devastanti..
    'Mi sa che sei finito..bello mio..'
    Aveva appena predetto la sua fine in quel mondo, la fine dei suoi soldi, la fine dell' economia della sua famiglia..era finito
     
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    "o marte o morte" [cit.]

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    E un cazzo, mi tocca ricomprare le sigarette, che quindi poi cioè, esco. Fuori casa l'aria sa tipo di ossigeno, dentro il salotto sa di piscio, dentro la cucina sa di gatto, dentro la camera da letto sa di sperma, ma non il mio, in bagno c'è odore di gelsomino che due giorni prima ho preso un costosissimo spray alla legna.
    Comunque mi accorgo che i fumi degli odori casalinghi lentamente svaniscono, nevica brutto, sopratutto nel supermarket, così mentre aspetto nel parcheggio che finisca mi accendo una sigaretta. Porcoilclero sono uscito per comprare sigarette che già possiedo, faccio per tornare a casa ma sento una presenza inquietante alle spalle, mi giro ed era una farfalla vestita da testimone di geova; li per li avrei anche pensato di ignorarla se non che le farfalle di norma non indossano la cravatta, almeno non in questa parte della città dove se sei vestito bene ti rubano il portafoglio.

    Esatto il portafoglio ragazzo dice lei. Idiota sono un maschio

    Eh ma che dici a me? Ma cazzo vuoi. Non mi devi leggere il pensiero! Ti denuncio alla polizia postale che c'ho mio cuggino che fa il carabbiniere Gli dico io

    Non è vero! Mi dice lui

    ...

    Fanculo, ho perso

    Comunque sono qui per leggerti il futuro, dammi 5 euro in monete d'oro

    Oh ma lo sai quanto costa l'oro?

    Io so tutto sulla borsa e l'economia.
    Per esempio, tra qualche anno un grande tracollo dell'economia distruggerà la terra, provocando un enorme cratere a forma di faccia di Red Ronnie alla borsa di WallStreet e uno più piccolo a Milano che non c'è proprio lo spazio fisico per farlo bene bene.
    E la cosa migliore, è che sarai tu a provocarlo, causando un paradosso temporale il cui risultato potrebbe provocare una reazione a catena che scomporrebbe la tessitura del continuum tempo-spazio distruggendo l'intero Universo! Riconosco che è l'ipotesi più pessimistica: la distruzione potrebbe essere molto circoscritta e limitata alla nostra galassia.


    ...

    E che cazzo

    Gli eventi sono ormai in moto e senza il casco

    Sono di Nocera inferiore?

    Ma io non posso rivelarti la soluzione dell'enigma per evitare il tracollo della borsa finanziaria, devi scoprirlo da solo

    Ma dammi qualche indizio almeno

    Va bene ti racconterò tutto.
    Praticamente a partire dal supermarket in qui nevica la mancanza di un tot di soldi di incasso innescherà una lite fra il proprietario e il giovane sfigato che fa il turno di notte. Il padre del ragazzino è il generale supremo della guerra e lancerà un missile pieno di immigrati nel negozio di sto qui, ma sbaglierà le coordinate inserendo uno "0" in più e il missile cadrà sul Cremlino e tutti i negri nel missile moriranno di freddy, la Russia e l'Africa attaccheranno l'America


    No no, aspetta, ma qui siamo a Brembate

    Si lo so, ma nei film è sempre colpa dell'America

    Capisco

    Ci sarà un colossale embargo di livello planetario, il petrolio salirà alle stelle e diventerà l'unica bevanda disponibile, i mari e gli oceani si prosciugheranno e le acque si coloreranno di rosso, insomma una vera merda, a meno che non ti piaccia MadMax, in quel caso sarebbe tutto figo. La cicoria avrà un ribasso del 712% lordo sull'ingrosso nazionale, il latte non esisterà più, verranno imbottigliate direttamente le mucche, le carte di credito diventeranno illegali e saranno usate come arma contundente di tipo militare, la ricerca medica sarà portata avanti da Hamer, i vaccini diventeranno obbligatori così come l'autismo.
    Tutto questo porterà alla costruzione dell'arma finale, il cannone al raggi infraRonnie che poi verrà usato prima a Milano per fare una prova, ma la faccia di Red verrà con il mento tagliato e una prospettiva orribile, roba che la setta dei NeoGraphicy* sarà coinvolta nel progetto e tutto il mercato pubblicitario avrà un tracollo inevitabile, neanche più le tette saranno d'aiuto per la vendita dei prodotti, una roba apocalittica ragazzo mio


    Vabbè, scusa ma quindi io che devo fare?

    C'è una possibilità in effetti, un modo per salvare il mondo, ma non sarà facile

    Capirai

    Potresti viaggiare a ritroso nel tempo e distruggere tutta la cinematografia di stampo bellico e fantapolitico, in questo modo nessuno darà la colpa all'America e contemporaneamente eviteremmo i film con Nicolas Cage

    Mi sembra una buona idea...ma io scelgo l'opzione B

    Tirai fuori dai pantaloni la mia anatra per la difesa personale e gliela puntai addosso "Go Duck Yourself Biatch" poi esplosi un colpo, proprio in mezzo alla fronte. La farfalla di geova non c'era più e così presi l'unica decisione saggia, rubai il portafoglio dal suo corpo freddo e colorato e con i soldi che trovai andai a comprare qualcosa di costoso, in questo modo nessuno si sarebbe fatto male e l'America sarebbe stata salva di nuovo

    "Dio Benedica i soldi, Dio Benedica l'America"

    Finalmente potevo tornare a casa felice e rilassato, avevo risolto un altro caso che sembrava impossibile, finalmente ero libero, finalmente ero ricco!

    trump-ok-660x330



    *ordine segreto di grafici stanchi di essere pagati in visibilità
     
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    Caro fratello mio,

    scusa se salto i convenevoli ma sento di doverti assolutamente raccontare degli straordinari fatti che mi sono successi ultimamente. Ti scrivo perchè penso che una lettera (cosa rara di questi tempi) sia il modo migliore per farti riflettere bene sulle mie parole.
    Questa domenica stavo facendo una passeggiata nel parco dei caduti, in quella bella zona dopo il ponte; appena l'ho attraversato ho però sentito un improvviso senso di freddo che è durato solo un attimo. La cosa mi aveva turbato un poco ma decisi di non darci peso.
    Continuando ad andare in giro mi è capitato di incontrare Eugenio: il poveretto aveva una faccia davvero sconvolta, era molto sudato e aveva un aspetto trascurato; questo mi fece preoccupare e gli ho chiesto se gli fosse successo qualcosa di brutto.
    Lui mi disse di come qualche giorno fa stesse anche lui facendo una passeggiata al parco e che sempre dopo aver attraversato il ponte anche lui aveva sentito un attimo di freddo; subito dopo aveva visto il signor Bianchi, quel vecchio decrepito che abita sopra al macellaio, ma che la badante non era con lui. Il vecchio guardava Eugenio e gli fece un discorso assurdo sul fatto che aveva bisogno di un suo simile per "svegliarsi".
    Eugenio non diede peso a queste parole e piantò lì il vecchio. Quando poi andò a dormire fece un sogno: era in un deserto e doveva indicare ad una sagoma nera con in mano un orologio la via di casa. Lui non seppe cosa fare e l'essere si arrabbiò e lo picchiò; mi ha detto di essersi svegliato estremamente turbato e che da quel giorno non gliene andava bene una.
    Mi stavo preoccupando molto e gli ho chiesto cosa potevo fare per lui: dato che non voleva tornare a casa per ragioni che non voleva dirmi io gli proposi di dormire da me.
    Dopo aver cenato siamo andati a dormire e qui arriva la parte più strana: quella notte ho fatto un sogno assurdo che ricordo ancora adesso con estrema chiarezza. Nel sogno passeggiavo in una tetra foresta che mi inquietava molto e ad un certo punto ho incontrato una farfalla che sarà stata grande come un bambino. La sua apparizione però mi rassicurava molto e ho chiesto all'insetto dove dovessi andare. Non mi ha risposto e a sua volta mi ha chiesto a sua volta quale fosse la via per tornare a casa sua, dato che si era persa. Io nel sogno sapevo qual'era la strada e gli ho indicato un sentiero alla mia sinistra, dopodichè la farfalla mi ha detto queste parole:
    "Babilonia la grande cadrà, e il denaro non sarà più. Pensa alla tua famiglia perchè i tempi stanno per diventare duri"
    Io ho proseguito rasserenato lungo il mio cammino e sono arrivato in una radura assolata dove ho visto te, mamma e papà che facevate un picnic. Guardandomi avete sorriso e io mi sono unito a voi: questa è l'ultima cosa che ricordo prima del mio risveglio.
    Quella stessa notte Eugenio ha sognato di aver incontrato il signor Bianchi e di aver pianto davanti a lui. Quello lo consolò e dopo avergli preso la mano disse che loro due erano uguali e che un giorno anche Eugenio sarebbe tornato ad essere una farfalla, non più costretto a vagare per il mondo umano in un illusorio stato di veglia. Allora entrambi si sono trasformati in farfalle, ma mentre il signor Bianchi volava verso il cielo Eugenio finiva in una foresta.
    Non ricorda come continuava il sogno ma questo fatto ci ha lasciato sconvolti. Eugenio sembrava comunque molto più sollevato rispetto al giorno prima, e questo mi faceva piacere: abbiamo deciso che avremmo riflettuto su quello che ci era successo un altro giorno, a mente fredda.
    La storia contina qualche giorno dopo, mentre stavo tornando dal lavoro. Per caso ho letto gli annunci dei morti e mi ha sconvolto la scoperta che il signor Bianchi era morto lo stesso giorno in cui avevo incontrato Eugenio.
    Ho incontrato poi la sua badante e lei mi ha detto che è morto addirittura quella stessa notte!
    Ti giuro che non sto scherzando e in questi giorni sono sempre stato perfettamente lucido. Non voglio considerare quello che è successo come una semplice serie di coincidenze, sono accadute veramente troppe cose strane e dato che quella notte ho sognato anche te ho deciso di raccontarti tutto; presto scrverò anche a mamma e papà.
    Questa settimana appena potrò mi troverò con Eugenio e discuteremo dell'accaduto, spero che tu intanto rifletta bene su questa lettera e ti prego di non prendere alla leggera quello che ho scritto. Se nelle parole del mio sogno c'è anche solo un briciolo di verità penso che dovremmo fare qualcosa a riguardo. Stammi bene e contattami presto.

    Un bacio
    Alessio
     
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  7. dreddina91
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    La lunga passeggiata alle quattro di mattina mi aveva portata a sonnecchiare sulla sabbia coperta solo da un manto infinito di stelle, dalla luna e da una maglietta sporca di vomito. Ero arrivata dove ero arrivata, cioè al centro della spiaggia prima del promontorio, senza scarpe, ma con le calze.
    I pensieri nella mia testa erano quantomeno confusi. Pensavo: a me piace andare a caccia di farfalle, andrò a caccia di farfalle tutta la vita, col retino e tutto il resto, e se non prenderò neppure un miserevole lepidottero che si fottano, umani e lepidotteri, l’importante sarà la caccia. Sorridevo a questi pensieri, più stanca che soddisfatta, di quei sorrisi ebeti che si fanno prima dello sbadiglio. Seguì lo sbadiglio.
    Visto da sdraiato il mondo notturno, al mare, non era certo brutto: c’erano tutti quei lumini stellari e una luna parecchio enorme. Mi misi seduta, poi in piedi, poi pochi passi fino al bagnasciuga e là mi piantai, mettendo radici nella sabbia e bagnandomi i calzini. Vidi una farfalla luminosa ad un tratto che senza capire il come e il perchè, mi fornì incredibili informazioni...
    Il mare andava avanti e indietro e avanti e indietro, le onde erano fredde ed erano coltellate, erano coltellate che andavano e venivano e andavano e venivano. Il mare era un assassino timido.

    Aprii gli occhi.
    Alzando le palpebre provai la sensazione di star sollevando una saracinesca dal peso di diverse tonnellate. La testa mi girava e lungo il mio corpo strisciava un brivido gelido. Sentii braccia e gambe destarsi gradualmente dal torpore che le avvolgeva da chissà quanto.
    Così, confusa e stordita, mi alzai. Mi trovavo in mezzo alla strada a doppia corsia che collegava il centro storico con l'elegante quartiere residenziale. Avevo ripreso conoscenza distesa sull'asfalto caldo. Non sapevo cosa fosse successo, ma non ebbi nemmeno il tempo di chiedermelo che fui subito occupata nel trovare una spiegazione a qualcosa di ben più preoccupante. Sì, perché guardandomi intorno restai senza fiato. Ogni cosa intorno a me era completamente ferma.
    Spenta. Persino quella farfalla.
    Il mondo che mi circondava era immobile, come congelato da qualche sinistro sortilegio.
    Mi mossi lenta tra le automobili docilmente adagiate sulla strada e i loro muti abitanti. Al posto di guida e a quelli dei passeggeri di ciascuna sedevano uomini e donne dalle più svariate espressioni. Li osservavo, a metà tra l'incredulità e lo spavento. Ne scrutavo le facce e gli sguardi persi nel vuoto al di là del parabrezza.
    Dalle finestre dei palazzi e dai balconi, di tanto in tanto, spuntava una figura che sembrava star lì da secoli.
    I marciapiedi erano affollati da gruppetti di persone di ogni genere, disposti in ogni posa e direzione, freddi e immobili come pastori di un inquietante presepe. Vi passai affianco, ne sfiorai con le mani i corpi rigidi e i volti, ma non ricevetti in risposta che silenzio.
    Camminai a lungo, chiedendomi in quale incubo mi trovassi, senza trovare un senso a quello che vedevo.
    D'un tratto, un viso tra i tanti spinse con forza l'angoscia a fondo dentro il mio petto, come un pugnale affilato. Nella folla intorno alla fermata della metropolitana avevo riconosciuto Luca. I capelli folti sulla fronte e gli occhi grandi e splendenti come sempre, ma ciechi come mai li avevo visti prima. Provai a parlargli, ma senza alcun risultato. Gli bisbigliai parole dolci, poi urlai il suo nome, più volte, disperato. Gl presi la mano, come avevo fatto la sera prima quando le avevo chiesto scusa per l'ultimo dei miei soliti attacchi d'ira. Ma questa volta lo lasciai subito, terrorizzata dal gelo che emanava la sua pelle.
    gli piansi davanti e lui nemmeno mi guardò.
    Con gli occhi gonfi e stanchi, lasciai Luca e le strade e mi diressi verso casa, veloce. Mentre correvo cercavo di tenere la testa dritta davanti a me come un cavallo al trotto con i paraocchi. Cercavo così di evitare ogni contatto con un conoscente, un amico, o meglio, con la statua che ne avrebbe trattenuto l'anima nella sua triste figura ai bordi delle strade.
    Arrivai a casa. Non so cosa mi aspettassi di trovarci, allora; forse la speranza di potermi risvegliare da un brutto sogno con mia madre che mi abbracciava apprensiva come sempre, oppure lo sguardo severo di mio padre.
    Trovai il vuoto anche lì.
    La cucina pulita. Mia madre appoggiata al lavello, i capelli raccolti e la gonna lunga sotto la quale avrei voluto nascondermi anche stavolta. Mio padre sul divano, una tazzina di caffè tra le mani. La televisione accesa, ma le immagini ferme. Loro immobili, come tutto il resto del mondo.
    Mi accasciai sul pavimento, in mezzo a loro, esausto e tremante. Li guardai e mi chiesi perché capiamo il bene che proviamo solo quando ci sembra sfuggirci irrimediabilmente dalle mani. Mi chiesi perché solo adesso che il mondo si era fermato ne riuscissi a capire la bellezza e la fragilità.
    Rimasi a terra a lungo, a piangere. Io che non piangevo mai, lo avevo fatto due volte in così poco tempo. Poi mi alzai e uscìi sul piccolo terrazzo. Guardai sotto. Nel cortile alcuni bambini erano stati immobilizzati mentre giocavano a pallone. La palla era sospesa, a mezz'aria, e alcuni di loro erano rimasti con il viso rivolto verso l'alto per seguirne la traiettoria. Poco più in là una coppia di anziani, anch'essi cristallizzati nel vuoto.
    Vecchi e bambini.
    Uomini e donne.
    Tutti.
    Sembrava che il tempo li avesse congelati per sempre. Sembrava che la morte li avesse presi tutti insieme, per qualche motivo nello stesso istante. E adesso abitasse in ognuno di loro.
    Tutti tranne me.
    Dal quarto piano del palazzo in cui avevo vissuto per anni, presi consapevolezza di essere l'unica ancora mobile in un mondo di statue. L'unica ancora viva in un mondo morto.
    Non ci pensai un secondo. Non volevo vivere da sola.
    Mi lanciai giù.
    Solo dopo capii cosa era successo.
    Solo dopo capii che non era il mondo ad essersi fermato, ma io.
    Solo dopo aver tentato di morire capii che ero già morta. Non c'era più tempo per giocare con le farfalle.

    Edited by dreddina91 - 14/10/2016, 07:01
     
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6 replies since 6/10/2016, 14:55   539 views
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